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Caratterizzazione sismica dei terreni tramite la tecnica HVSR (Metodo di Nakamura)
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La caratterizzazione sismica dei terreni tramite la tecnica sismica
passiva (tecnica dei rapporti spettrali) o HVSR
(Horizzontal to Verrtical Spectral Ratio - Metodo di Nakamura)
è finalizzata all’individuazione della frequenza caratteristica
di risonanza di sito e delle discontinuità sismiche che sono
correlabili ai cambi litologici presenti sia all’interno
della copertura che al contatto copertura-bedrock.
Per la determinazione delle velocità delle onde di taglio (Vs) e per
una corretta caratterizzazione dei litotipi investigati si utilizza un codice
di calcolo appositamente creato per interpretare i rapporti spettrali (HVSR)
basati sulla simulazione del campo d’onde di superficie (Rayleigh e Love)
secondo la teoria descritta in AKI (1964) e Ben-Menahem e Singh (1981).
La metodologia d’indagine è totalmente non invasiva,
molto rapida, si può applicare ovunque
e non necessita né di perforazioni, né
di stendimenti di cavi né di energizzazioni esterne diverse dal rumore
ambientale, che in natura esiste ovunque. Il metodo di acquisizione
si dice passivo in quanto il rumore non è generato ad hoc, come ad esempio
le esplosioni della sismica attiva (sismica a rifrazione), ma è il rumore
naturale definito come “microtremore”. I risultati che si possono
ottenere da una registrazione di questo tipo sono:
- la stratigrafia del sottosuolo con un range di indagine
compreso tra 0.5 e 700 m di profondità anche se il dettaglio maggiore
si ha nei primi 50 – 70 metri. Il principio su cui si basa la presente
tecnica, in termini di stratigrafia del sottosuolo, è rappresentato
dalla definizione di strato inteso come unità distinta da quelle sopra
e sottostanti per un contrasto di impedenza, ossia per il rapporto tra i prodotti
di velocità delle onde sismiche nel mezzo e densità del mezzo
stesso;
- la velocità media delle onde di taglio Vs calcolata
tramite un apposito codice di calcolo. È necessario conoscere, anche
in maniera indicativa, la profondità di un riflettore noto dalla stratigrafia
e riconoscibile nella curva H/V. La stima di tale parametro caratterizza al
meglio, dal punto di vista geofisico, i vari litotipi presenti. È inoltre
possibile valutare la velocità di propagazione delle onde di taglio
all’interno del bedrock e stabilire il tipo di roccia presente. La tecnica
HVSR può essere applicata, a differenza delle classiche tecniche d’indagine
sismiche (sismica a rifrazione), anche in presenza di inversioni di velocità
(materiali più competenti che poggiano sopra materiali meno competenti);
- la frequenza caratteristica di risonanza del sito che rappresenta
un parametro fondamentale per il corretto dimensionamento degli edifici in
termini di risposta sismica locale in quanto si dovranno adottare adeguate
precauzioni nell’edificare edifici aventi la stessa frequenza di vibrazione
del terreno per evitare l’effetto di “doppia risonanza”
estremamente pericoloso per la stabilità degli stessi.
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Storia ed evoluzione della tecnica HVSR
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La tecnica HVSR ha raggiunto la sua massima popolarità in Giappone
già nei primi anni ‘70 come strumento per una
microzonazione sismica speditiva.
Dai primi studi di KANAI [1957] in poi, diversi metodi sono
stati proposti per estrarre l’informazione relativa al sottosuolo a partire
dagli spettri sismici del rumore di sito. Tra questi, la tecnica che si è
maggiormente consolidata nell’uso è la tecnica dei rapporti spettrali
(HVSR) applicata da NOGOSHI e IGARASHI [1970].
Il metodo fu in seguito reso popolare principalmente da NAKAMURA
[1989] come strumento per la determinazione delle discontinuità sismiche
presenti nel sottosuolo.
Successivamente in America e poi in Europa la tecnica HVSR ha trovato importanti
applicazioni nell’ambito sismico. Con la realizzazione di un progetto
denominato SESAME (2005) (Site EffectS Assessment using
AMbient Excitations), che si è occupato di stabilire delle linee
guida per la corretta esecuzione delle misure di microtremore ambientale in
stazione singola e array, si certificata l’affidabilità delle misure
spettrali per la ricostruzione sismica del sottosuolo.
Si riportano alcuni riferimenti bibliografici:
- Aki K., 1964. A note on the use of microseisms in detemining the shallow
srtuctures of the earth’s crust, Geophysics, 29, p. 665-666.
- Arai H. e Tokimatsu K., 2004. S-Wave Velocity Profiling by Inversion of
Microtremor H/V Spectrum, Bull. Seismol. Soc. Am., 94, p. 53-63.
- D’Amico V., Picozzi M., Albarello D., Naso G. e Tropenscovino S.,
2004. Quick estimates of soft sedimente thicknesses from ambient noise horizontal
to vertical spectral ratios: a case study in southerm Italy, J. Earthq. Eng.,
8, p. 895-908.
- Gallipoli R., La Penna V., Lorenzo P. et al., 2000. Comparison of geological
and geophysical prospecting techniques in the study of a landslide in southern
Italy, European J. Environm. and Eng. Grophys., 4, p. 117-128.
- Ibs-von Seht M. e Wohlenberg J., 1999. Microtremor measurements used to
map thickness of soft sediments, Bull. Seismol. Soc. America, 89, p. 250-290.
- Mucciarelli M. e Gallipoli M.R., 2001. A critical review of 10 Years of
microtremor HVSR technique, Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata,
42, P. 255-266.
- Mucciarelli M. e Gallipoli M.R., 2006. Comparison between Vs30 and other
estimates of site amplification in Italy, Conf. Eartq. Eng. And Seismol.,
Genevra, 3-8 Sept. no 270.
- Mulargia F., Castellaro S., Rossi P.L., 2007. Effetti di sito e Vs30: una
risposta alla normativa antisismica”, Il geologo - Ordine dei Geologi
Regione Emilia Romagna.
- Nakamura Y., 1989. A method for dynamic characteristics estimates of subsurface
using microtremor on the round surface, QR of RTRI, 30, p. 25-30.
- SESAME Project: “Site Effects Assessment Using Ambient Excitations”,
2005.
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